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II.7 – I Malaspina

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E. Salvatori, Il fegato del vescovo – II.7 – I Malaspina

Ramo del potentissimo ceppo Obertengo, tra XI e XII secolo la famiglia Malaspina ereditò dagli antenati un patrimonio estremamente vasto, distribuito fra Piemonte meridionale, Liguria, Toscana, pianura padana, area ferrarese, Veneto occidentale e Corsica. La prima divisione dell’eredità obertenga (linee obertina e adalbertina) si ebbe nella prima metà dell’XI, ma è solo nella prima metà del secolo seguente che apparvero i rami degli Este, Malaspina, Pelavicino-Cavalcabò e un quarto ramo che, nel corso del secolo, si tripartì nei marchesati di Gavi, Massa-Corsica, Parodi, ciascuno con aree di influenza privilegiate, ma non nettamente distinte fra loro.

Una rilettura complessiva delle strategie familiari malaspiniane e dei loro orizzonti geografici è ancora da scrivere1.Una parte della storiografia a loro dedicata si inserisce nel solco delle tradizionali ricostruzioni genealogiche dedicate ai singoli rami famigliari, con la definizione di ascendenze e discendenze, matrimoni e decessi, anche se non sempre adeguatamente confortate dalla documentazione2. Un altro settore di pubblicazioni ha interessato i possedimenti patrimoniali e i dominati signorili in specifiche aree: val Staffora, val di Taro, Val Trebbia e Lunigiana3. Validi affondi sono stati condotti in questi ultimi anni da Alessandro Soddu sulla presenza della famigliain Sardegna4, ma gli studi nelle altre “zone” malaspiniane – compresa la Lunigiana – sono di norma molto settoriali e risentono spesso di linee storiografiche desuete. Indipendentemente dal valore scientifico diseguale deicontributi, si tratta comunque di utili approfondimenti su ambiti parziali del complesso dominio malaspiniano, che tuttavia non è agevoleri cucire entro un quadro complessivo plausibile. Un terzo settore di indagine ha riguardato i legami dei Malaspina con i trovatori provenzali e Dante: qui troviamo ricerche di tenore fortemente diseguale – dovuto in buona parte al fatto che gli autori sono linguisti, letterati e storici accademici e amatoriali e spaziano quindi dall’analisi stilistico-letteraria delle opere a ricostruzioni celebrative della “corte” malaspiniana o ancora del rapporto tra Dante e la Lunigiana5. Un ultimo filone di ricerca, esperito per lo più dagli studiosi interessati alla storia delle città topograficamente vicine al dominio malaspiniano (Genova, Pisa e Parma), ha riguardato affondi su singoli personaggi di spicco della casata e sui rapporti che i Malaspina intrattennero con le entità geopolitiche del tempo, quali lImpero, la Lega Lombarda, i comuni toscani, liguri ed emiliani6. Tali studi hanno talvolta risentito dellottica “esterna” da cui il comportamento dei Malaspina viene osservato: al centro dellattenzione, infatti, non è normalmente la famiglia, ma i comuni o l’imperatore e il rispettivo interagire con la casata per il controllo del territorio. Sono inoltre ricerche condotte di norma su peculiari tipologie di fonti- cronache cittadine e libri iurium – che esprimono essenzialmente il punto di vista del comune, teso a erodere il dominio delle famiglie signorili e a rintuzzare le loro velleità autonomistiche, e che quindi vanno sovente a rafforzare il ritratto dei Malaspina come famiglia sleale, violenta e ribelle agli intenti egemonici della città7.

E’ comunque chiaro che nel periodo preso in considerazione – il XII secolo – la famiglia si mosse entro uno spazio ampio e articolato, ove tentò di difendere i suoi domini contro l’espansione dei comuni nelle loro zone di influenza, di consolidare il patrimonio contrastando la naturale dispersione ereditaria e infine di porsi come elemento chiave nella lotta tra l’imperatore e la Lega Lombarda. In questo contesto, la Lunigiana rappresentò per i Malaspina solo uno dei quadri, seppur rilevante, del loro articolato dominio.

Non sappiamo – e allo stato attuale della documentazione non abbiamo modo di sapere – quale consistenza avesse la presenza degli avi dei Malaspina – gli Obertenghi – nello spazio lunigianese. L’unica fonte utilizzabile per provare “contare” i domini malaspiniani del XII secolo è un diploma imperiale del 1164, in cui Federico Barbarossa ricompensò la fedeltà e il servizio militare di Opizzo Malaspina da sette anni al suo fianco8. Il documento elenca beni nei territori di Genova, Luni, Tortona, Cremona, Milano, Como e Lodi, nelle valli del Taro e della Trebbia, oltre che nelle città di Piacenza, Milano, Como e Brescia. I Malaspina risultano dotati di un patrimonio particolarmente robusto nella Liguria appenninica: i castelli della casata li troviamo in primo luogo nelle alte valli del Taro, della Trebbia e dello Staffora, nella fascia montana tra Genova, Tortona, Piacenza e Parma, con inoltre una presenza significativa nel Levante ligure e nelle valli di Vara e di Magra. Il documento elenca castelli e curie9, un insieme di signorie territoriali variamente dislocate in zone montane e vallive di diversi antichi ambiti comitali, soggette a pressioni diverse dalle città più o meno gravitanti in quelle aree o fortemente interessate al libero passaggio lungo le vie di collegamento.

Per tentare di costruire una mappa dei domini signorili non vescovili in Lunigiana, in maniera più o meno analoga a quanto già esposto nel precedente paragrafo sono stati schedati, oltre al privilegio del 1164, un piccolo gruppo di documenti di provenienza varia10. A ogni località attestata dalle fonti è stata assegnata, oltre a una categoria numerica relativa alla tipologia di dominio, una alfabeti carelativa all’appartenenza: M per Malaspina, G per Genova, A per altri. Il quadro delle signorie non vescovili che emerge per il XII secolo è il seguente.

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Fig. 8 Dominati signorili e interessi genovesi nel XII secolo
GIS consultabile all’indirizzohttps://tinyurl.com/ConfiniLunigianaGIS

Se sovrapponiamo questa mappa con quella relativa ai domini vescovili otteniamo una visualizzazione a mio avviso molto efficace delle rispettive are di influenza e di conseguenza anche dei punti di maggiore frizione tra i dominati.

dominati_signorili_e vescovili

Fig. 9 Domini signorili laici e vescovili nel XII secolo
GIS consultabile all’indirizzohttps://tinyurl.com/ConfiniLunigianaGIS

Inoltre, se proviamo a sovrapporre a questa mappa quella ricavata dal già citato arbitrato del 1202 tra vescovo e marchesi Malaspina troviamo conferma di quanto già ipotizzato: lungi da definire i rispettivi ruoli entro lo spazio lunigianese, il documento individua sostanzialmente solo l’area dello scontro e in particolare i punti caldi della lotta, trascurando del tutto la zona estranea agli interessi signorili del vescovo (Riviera e Val di Vara).

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Fig. 10 Domini signorili laici e vescovili nel XII secolo; ingiallo i luoghi della pace del 1202
GIS consultabile all’indirizzohttps://tinyurl.com/ConfiniLunigianaGIS

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Source: https://commentbfp.sp.unipi.it/ii-7-i-malaspina/