Nell’umanità, però, l’operare dello spirito può progredire solo in quanto co-operare, ovvero quando il successo dell’attività dell’uno non supplisce semplicemente a ciò che manca all’altro, ma ingenera in lui entusiasmo, così da far venire alla luce quella forza universale e originaria che s’irradia negli individui solo in modo particolare o derivato. Per questo motivo, l’organizzazione interna di questi istituti deve creare e conservare una cooperazione ininterrotta…
Alessandro Bellavista in Munus, “Rivista giuridica dei servizi pubblici”, fasc. 3, 2016, analizza nel dettaglio gli incubi giuridici consequenziali alla valutazione di stato per quanto concerne il reclutamento universitario. Il testo integrale dell’articolo è visibile qui.
Solo due anni dopo il Detto comune, citato dall’autore per assimilare la posizione di Kant a quella di Locke, la Pace perpetua passa da una posizione liberale a una democratica, che da voce in capitolo a tutto il popolo nello stato, e non più solo a coloro che sono proprietari dei mezzi di produzione (gli indipendenti del Detto comune).
Questo passaggio così brusco dovrebbe indurre a chiedersi se Kant, con la limitazione del diritto di voto del 1793, stesse effettivamente costruendo, ancora una volta, un modello di stato fondato sull’impolitico, o non tentasse piuttosto di ammettere allo stato – per non farne un concetto vuoto – un’approssimazione empirica di un uomo capace di autodeterminazione politica. Salvo rendersi conto, soltanto due anni dopo, che proprio questa approssimazione empirica rischiava di ridurre lo stato a un impoliticissimo affare di famiglie che decidono per gli altri sulla pace e sulla guerra.
Recent Comments in this Document
7 febbraio 2018 at 10:04
Un ipertesto esplicativo è ora visibile qui.
See in context
8 dicembre 2017 at 14:03
Nell’umanità, però, l’operare dello spirito può progredire solo in quanto co-operare, ovvero quando il successo dell’attività dell’uno non supplisce semplicemente a ciò che manca all’altro, ma ingenera in lui entusiasmo, così da far venire alla luce quella forza universale e originaria che s’irradia negli individui solo in modo particolare o derivato. Per questo motivo, l’organizzazione interna di questi istituti deve creare e conservare una cooperazione ininterrotta…
See in context
20 novembre 2017 at 19:57
Una brevissima sintesi del testo può essere letta qui.
See in context
7 luglio 2017 at 09:30
Alessandro Bellavista in Munus, “Rivista giuridica dei servizi pubblici”, fasc. 3, 2016, analizza nel dettaglio gli incubi giuridici consequenziali alla valutazione di stato per quanto concerne il reclutamento universitario. Il testo integrale dell’articolo è visibile qui.
See in context
12 maggio 2017 at 01:03
Questo testo è stato segnalato e discusso su Roars, qui.
See in context
12 maggio 2017 at 01:03
Questo testo è stato segnalato e discusso su Roars, qui.
See in context
2 maggio 2013 at 02:28
Solo due anni dopo il Detto comune, citato dall’autore per assimilare la posizione di Kant a quella di Locke, la Pace perpetua passa da una posizione liberale a una democratica, che da voce in capitolo a tutto il popolo nello stato, e non più solo a coloro che sono proprietari dei mezzi di produzione (gli indipendenti del Detto comune).
Questo passaggio così brusco dovrebbe indurre a chiedersi se Kant, con la limitazione del diritto di voto del 1793, stesse effettivamente costruendo, ancora una volta, un modello di stato fondato sull’impolitico, o non tentasse piuttosto di ammettere allo stato – per non farne un concetto vuoto – un’approssimazione empirica di un uomo capace di autodeterminazione politica. Salvo rendersi conto, soltanto due anni dopo, che proprio questa approssimazione empirica rischiava di ridurre lo stato a un impoliticissimo affare di famiglie che decidono per gli altri sulla pace e sulla guerra.
See in context